Gaia Mazzocchi approda su Wink Italia: il punto di vista della GenZ sul mondo dell’arredo

Gaia Mazzocchi è una giovanissima interior designer bolognese con le idee molto chiare.
Ama dire che la sua è una storia di famiglia, ma anche di sogni e di sacrifici.
È nata in una famiglia di imprenditori attivi nel settore della bioedilizia, la Mazzocchi Strutture in Legno. Dai suoi genitori ha imparato i termini tecnici e l’attitudine al lavoro.
Ma quando è stato il momento di scegliere la sua strada la sua decisione l’ha vista specializzarsi in un comparto dell’edilizia ben specifico. Il mondo del design d’interni.
Così, dice, le sembra di costruire una casa partendo dal suo stesso respiro.
La sua esperienza l’ha portata ad occuparsi del mondo del retail: molto noti i suoi progetti per alcuni negozi di Prada. Ed è proprio sul celebre brand italiano che ha deciso di puntare per la sua tesi di laurea facendosi notare dai grandi nomi del settore.

Gaia Mazzocchi è dunque giovane ma sa quel che vuole, sa come arrivare al suo obiettivo.
Da oggi approda con una sua rubrica su Wink Italia dove fornirà ai lettori il suo punto di vista e quello della sua generazione, la “temutissima” GenZ, sull’argomento “casa” e “arredamento”.

Una visione frizzante, vivace, focalizzata sugli argomenti più attuali.

Come sarà la casa del futuro? Come devono essere interpretati i report annuali? Quali sono e quali saranno i trend più in auge? C’è un modo per arredare la casa con intelligenza e spendendo poco? Quali sono le tendenze da dimenticare?

In questa intervista Gaia Mazzocchi ci dice la sua su alcuni temi specifici.

Il report Ikea 2023 ha svelato alcune trasformazioni nel modo di abitare mettendo in evidenza l’esigenza di spazi multi-funzionali, angoli fitness ecc. Che cosa ne pensi? Qual è il tuo pensiero? Che cosa noti nelle tue ricerche quotidiane? Quali sono gli elementi di interior design che stanno accompagnando questa evoluzione?

Ikea ha realizzato una ricerca per capire i trend e i nuovi stili abitativi soprattutto sulle trasformazioni causate dalla pandemia. Ebbene, questo report intitolato “Ikea Life at Home” che ho letto con grande attenzione, mette in evidenza prima di tutto che dopo la crisi sanitaria ben 2 persone su 5 hanno deciso di apportare dei cambiamenti quasi radicali nelle loro case.
Parliamoci chiaro. Per chi ha un reddito basso e ha difficoltà a soddisfare le sue esigenze, i due anni di reclusione sono stati terribilmente limitanti.
Per questo quasi tutte le ricerche mettono in evidenza la necessità assoluta di avere spazi multi-funzionali, spazi dedicati al fitness, un luogo deputato al lavoro da casa, una cucina abitabile. La casa del futuro? Sarà multi-funzionale con spazi più dilatati e con meno divisioni interne; sarà flessibile, gli spazi potranno essere utilizzati per svariate attività; sarà comunitaria.

Come designer devo dire che la direzione sarà quella di proiettare ciò che si è, dunque la propria personalità, la propria storia, sulla progettazione degli spazi in cui si vive. Si tratta di un ragionamento molto interessante.
Nel periodo del Covid molte persone hanno riscoperto il piacere di svolgere delle attività restando a casa, in particolar modo le attività lavorative e le sessioni di fitness, che prima del 2020 venivano svolte principalmente fuori dalla propria abitazione. Sicuramente il periodo della pandemia ha influito molto sulle abitudini delle persone e molti hanno deciso di ritagliare all’interno della propria casa degli spazi in cui svolgere comodamente queste attività. Se si vuole uno spazio per allenarsi possiamo trovare alcuni accorgimenti per non andare ad intaccare il design della casa: ad esempio in commercio si trovano dei comodi tapis roulant di dimensioni ridotte che possono essere comodamente sposati da una stanza all’altra e che dopo l’utilizzo si piegano in modo tale da poter essere riposti sotto al letto o in una stanza adibita a ripostiglio. Possiamo prendere in considerazione anche l’aggiunta di mobili contenitivi per poter riporre gli attrezzi per allenarsi. Se invece si necessita di uno spazio in cui fare smart working è possibile ritagliarsi in uno spazio in camera da letto o in soggiorno utilizzando un tavolo già presente in casa o acquistare una scrivania, anche di dimensioni ridotte, in linea con il design della propria casa. Insomma creare degli spazi multifunzionali nella propria abitazione è estremamente facile e può essere molto economico a seconda delle proprie necessità.

È vero che nel 2023 in tema di colori vigeranno la stravaganza e i contrasti?

Essenziale, elegante. Sono i focus su cui stanno puntando attualmente tutti gli interior designer.

Spazi ordinati, puliti in cui si può vivere serenamente, senza rischi e soprattutto senza i rischi che ci riportano al terrore legato alla pandemia.

Ma attenzione: l’essenzialità si coniugherà con dei colori quasi strong, accesi, viola, fucsia, arancione, verde. Una palette intensa e ricca da accomodare alle forme della casa più morbide per un contrasto chic, originale.
Devo dire che non tutti amano essere circondati dai colori forti nella propria casa.
Per queste persone ho studiato, partendo da una ricerca sui trend e dalle elaborazioni di vari esperti del settore, una palette diversa, più tenue basata sul tortora, azzurro polvere, cammello, verde salvia.
Immagino degli accostamenti con materiali come pietra oppure legno per dare alla casa un aspetto minimal, soft, sofisticato.
Tra le tendenze evidenzio anche l’esigenza di utilizzare materiali sempre più sostenibili per ridurre i rifiuti e favorire la conoscenza sulle tematiche ambientali.
I materiali sostenibili a cui sono più affezionata sono bambù, sugherò, lana.
Saluto con favore una tendenza che porta il nome di “upcycling”, in cui i complementi d’arredo sono realizzati con materiali inediti, come il vinile, le reti metalliche.

Quali sono le tendenze in tema di abitare che tu vorresti “dimenticare” (che proprio hai odiato o che i suoi coetanei non sopportano)?

Sicuramente una delle tendenze meno amate della storia del design è stato lo stile degli anni 70, caratterizzato da colori audaci ed esplosivi e prodotti divertenti e asimmetrici.

Credo che, come tutte le tendenze passate, anche quella degli anni 70 tornerà e per molti sarà uno stile rivoluzionario e alla moda. Nonostante lo stile anni 70 sia stato definito come “il decennio che il gusto ha dimenticato”, credo che invece sia stato molto innovativo e divertente come periodo, è stato un momento di transizione tra la modernità della metà del secolo e il post-modernismo. 
Gli anni ’70 arrivavano con un bagaglio di super colori e di disordine. Il design diventa così più intimista, più autentico, più vicino alla personalità. E per questo meno preciso, ordinato.
Gli anni ’70, secondo i miei studi, sono stati un periodo che ha impattato massimamente a livello culturale e sociale mettendo al centro l’espressione di sè, l’individualità.

Tuttavia io credo che, nonostante ci siano stati dei periodi della storia del design veramente stravaganti, assurdi o semplicemente esteticamente brutti, nessuna fase dello studio del design o dell’architettura debba essere dimenticato o odiato, grazie ad ognuna di queste fasi il design è cambiato e si è evoluto attraverso i vari scenari sociali e storici, portandolo al design che oggi conosciamo e che ci permette di sperimentare in qualunque modo vogliamo.

I giovani sembrano avere l’esigenza di arredare la propria casa in maniera funzionale e non dozzinale ma spendendo comunque poco. È davvero possibile arredare la casa con poco? Come?

Arredare la casa in modo economico è possibile! Soprattutto i giovani sono sempre alla ricerca di arredi e complementi belli e “alla moda” con cui arredare il proprio appartamento restando dentro ad un budget minimo. La prima regola per arredare risparmiando è fare una lista degli arredi necessari ad ogni spazio in modo tale da non riempire eccessivamente i vari ambienti e optare per prodotti funzionali alle attività di ogni stanza. Fatto questo possiamo partire ad elencare alcune tips per rendere la casa unica senza sforare il nostro budget.

Un modo molto semplice per rendere uno spazio della propria abitazione unico è l’utilizzo della carta da parati: basta rivestire anche solo una parete per trasformare completamente la stanza. 

Le carte da parati hanno un grande potere di arredo e sono molto economiche, il prezzo parte infatti da 5/6 € al mq. Il prezzo ovviamente varia in base alla qualità della carta, al materiale con cui è stata realizzata e dal brand.
Un altro consiglio è il riciclo creativo che consiste nel riutilizzo di alcuni oggetti trasformandoli in arredi: ad esempio se ci piace lo stilo rustico, vintage o shabby chic è possibile riutilizzare le cassette della frutta o i pallet. Basta infatti un leggero restauro, come ad esempio della comunissima vernice colorata o trasparente, per rimettere a nuovo questi oggetti che solitamente vengono gettati via e utilizzarli come comodini, tavolini, mensole o arredi per il giardino, come ad esempio divanetti e poltrone. Molto di moda è anche il riutilizzo delle vecchie scale a pioli in legno e utilizzarle in bagno come porta asciugamani.
Se invece preferiamo arredare casa con prodotti nuovi, belli ed economici possiamo appoggiarci alle catene di arredamento economiche come Ikea, Mondo Convenienza, Iperceramica e Amazon che producono arredamento low-cost ma resistente.

La Fiera di Milano basata sul “Do you speak Design?” sta già incuriosendo molti. Tu ci andrai? Cosa immagini di trovare?

“Do you speak design” è la nuova campagna di comunicazione del Salone del Mobile di Milano 2023, credo che sia un modo molto interessante di attirare l’attenzione delle persone, non solo designers e architetti, penso che sia un’iniziativa molto bella quella di richiamare l’interesse di persone che non vivono direttamente il mondo del design. 

È chiaro che ormai nessuno si inventa più nulla di nuovo, si prendono spunti e idee da “invenzioni” di altri, come nel caso del “Do you speak design” che è un fortissimo richiamo ai lavori del famoso architetto e designer Munari. “Do you speak design” è un abecedario del design, composto da 26 grafiche, una per ogni lettera dell’alfabeto, ultra pop, viene anche definito come “un alfabetiere alla Munari”, inedito, non banale, basico ma originale in cui le forme sposano i concetti di sintesi e di semplificazione. I lavori, la fantasia e l’originalità di Munari mi hanno sempre attratta moltissimo e mi piace davvero tanto il richiamo e l’omaggio a questo grande personaggio del design che questa nuova campagna per i manifesti del Salone del Mobile ha voluto fargli. 

Spero vivamente di riuscire ad andare a Milano quest’anno per visitare la fiera, sinceramente non so cosa aspettarmi, sicuramente però sarà un Salone molto diverso e innovativo rispetto a quelli degli anni passati e sono entusiasta all’idea di andarci.

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