La Lettera 22: il design che entra nella storia dell’Italia

A chi non è capitato di vederla, ammirarla, sfiorarla?

Ben prima delle anonime tastiere del pc su cui scateniamo i nostri polpastrelli ogni giorno c’era lei. La Lettera 22.

La macchina per scrivere creata dalla Olivetti di Camillo e Adriano Olivetti, padre e figlio, visionari, protagonisti del ‘900 e di una idea di azienda profondamente innovativa.

Ebbene, la Lettera 22 è, ad oggi, un puro venerabile esempio di design.

Ma qual è la sua storia?

Disegnata nel 1950 dal designer Marcello Nizzoli, si trattava di uno dei primi (il secondo per l’esattezza) modelli di macchina portatile.

La tastiera è inglobata direttamente nella carrozzeria in alluminio per un peso di circa 4 chili. Ciò la rende facilmente trasportabile, caratteristica non da poco se pensiamo ai canoni dell’epoca.

Leggera, elegante, compatta, funzionale, trendy. Come una sillaba. Come una frase. Così c’era scritto in uno dei manifesti che pubblicizzavano il prodotto che spopolò nelle case e nelle aziende italiane tra gli anni ’50 e gli anni ’60.
Diventò in breve un vero e proprio simbolo della rinascita italiana nel secondo dopoguerra. È entrata nell’immaginario collettivo con i suoi colori più cool; verde, azzurro, rosa.

Nel 1954 la Lettera 22 ricevette il “Compasso d’Oro” per il design e successivamente fu esposta al MoMa di New York dove ancora oggi è possibile ammirarla.

Sul nome si è diffusa una leggenda interessante che tuttavia pare non abbia incontrato riscontri ufficiali.
“Lettera 22” sarebbe riferito all’ultimo carattere dell’alfabeto italiano, che ne comprende 21.
Insomma, il piccolo gioiello di design rappresenterebbe la 22esima lettera, uno strumento dunque imprescindibile per formare delle parole.

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